Vi sono diverse occorrenze nella letteratura riguardanti la diga artificiale :
- Marco Tullio Cicerone - "In Verrem" :
- Liber Quartus - De signis (70 a.C.)
"All'estremità dell'isola c'è una sorgente di acqua dolce,
chiamata Aretusa, di
straordinaria abbondanza, ricolma di pesci, che sarebbe completamente ricoperta
dal
mare, se non lo impedisse una diga di pietra".
- Emilio Salgari - "Raccolta Di Opere" :
- Le Figlie Dei Faraoni (1905)
"Le divinità dell'antico Egitto sormontavano quelle dighe
colossali, costruite per
impedire alle acque del Nilo di espandersi nelle fertili campagne, troppo basse
e di rovinare
i raccolti".
2. I Minatori Dell'Alaska
(1900)
"Voi non conoscete ancora i castori e non avete mai visto le dighe
che quei piccoli
rosicanti costruiscono... Sembrano costruite dagli uomini... Quei meravigliosi
costruttori,
per ottenere dei bacini tranquilli che non vadano soggetti a
piene, che non
tarderebbero ad inondare le casette della colonia e anche a
distruggerle, erigono sui corsi d'acqua delle dighe
di una solidità incredibile
che fanno argine alla corrente e la costringono qualora crescesse,
a
rovesciarsi altrove...E' incredibile".
Sono diversi i libri che hanno come protagonista la diga artificiale e di seguito ne propongo alcuni:
Sono diversi i libri che hanno come protagonista la diga artificiale e di seguito ne propongo alcuni:
- Da Molare Al Vajont: storie di dighe (Giorgio Temporelli)
Quando si parla di incidenti associati alle dighe, la memoria collettiva torna al
Vajont, a quei tragici accadimenti che il 9 ottobre 1963 provocarono, in pochi
minuti, la morte di circa 2000 persone nonché ingenti danni materiali. Catastrofi
similari, forse meno note, sono accadute in altri luoghi e in altri tempi,
provocando l'allagamento dei territori a valle degli sbarramenti e perdite di vite
umane.
Limitandoci all'Italia e al territorio prossimo ai suoi confini, possiamo citare i
disastri del Gleno (Bergamo, 1923), di Molare (Alessandria, 1935), di Fréjus
(Costa Azzurra, 1959) e della Val di Stava (Trento, 1985). Il presente libro
intende riunire tutti questi accadimenti. Il lavoro, frutto di indagini bibliografiche
e di inchieste sul campo, presso le località oggetto della trattazione, contiene,
oltre alla cronistoria degli eventi, note sull'impatto ambientale, sulla
progettazione, la messa in opera e la corretta gestione delle diverse tipologie
di diga.
- Le Grandi Dighe In Calabria (Giancarlo Principato)
l'enorme potenziale della Calabria nel campo di queste importanti
infrastrutture. In modo del tutto sintetico ma significativo, i principali
dati sono stati inseriti in apposite monografie, ognuna arricchita
da allegati grafici e da documentazione fotografica che ricordano anche le
fasi costruttive. Sebbene si tratti di un'illustrazione delle singole dighe
e delle loro principali caratteristiche, è un documento che offre un'analisi
di un settore che, in alcuni casi, ha interessato enti territoriali e
organismi diversi con dati e informazioni contrastanti. L'appendice
finale, inoltre, riporta un elenco cronologico della normativa in materia.
- La Tragedia Della Diga Del Gleno (Benedetto Maria Bonomo)
Una strage, un'inchiesta chiusa frettolosamente, nessun colpevole.
E 359 morti che non hanno mai avuto giustizia. Il crollo della diga del
Gleno che il 1° dicembre 1923 ha travolto la Valle di Scalve, nella
bergamasca, è la prima strage italiana in cui giustizia e verità vengono
sacrificate alla ragion di Stato, più precisamente dello Stato fascista che
non può ammettere che azioni di gruppi terroristici minaccino
la sicurezza. Meglio quindi puntare il dito sui materiali, sul
costruttore, sul progettista e poi assolvere tutti. Perché i giudici del
tribunale di Bergamo non hanno dato peso alla perizia balistica,
o alla deposizione di un detenuto che parlò di una bomba, o alla
denuncia di furto di 75 chili di dinamite? A quasi un secolo di
distanza un avvocato penalista riapre il caso, in cerca di verità.
Perché giustizia e verità non cadono in prescrizione.
- Guardiano Di Dighe. Il Lavoro Più Bello Del Mondo (Oreste Forno)
Esiste una categoria di lavoratori molto fortunati, che trascorrono
il tempo immersi nella bellezza e nella pace delle montagne.
Sono i guardiani di dighe. Uno di loro si racconta:
il panorama mozzafiato della valle, la bellezza cangiante del
paesaggio, le notti buie d'inverno illuminate dalle stelle o
dalla luna che fanno capolino nella stanza del guardiano,
i lunghi turni sulla diga trascorsi scrivendo fiabe per i
suoi bambini. Un racconto coinvolgente, trapuntato dai
ricordi del passato: la dura lotta da alpinista sulle montagne
più alte della terra, l'incontro con la popolazione degli sherpa,
le rocambolesche avventure negli Stati Uniti d'America.
Nel film "Il tempo si è fermato", di Ermanno Olmi,
il guardiano della diga al Venerocolo diceva:
"Tempo sereno, e la vita è bella!".
Da allora sono passati sessant'anni, ma è quello che si
può ancora dire ancora oggi dei guardiani. Perché la vita
è bella quando il sereno è dentro. E lassù, che ci sia neve
o pioggia, brilla sempre il sole.
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